La scarpa su Modulazioni Temporali

La scarpa
9 gennaio 2024

La scarpa di Valentina Maselli e Daniela Pareschi (qui il libro)
su Modulazioni Temporali

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“La scarpa” di Valentina Maselli e Daniela Pareschi. Chi è di scena?

Si alza il sipario, comincia lo spettacolo è la protagonista è… una scarpa. Sola e sinistra.

Un oggetto quindi, abbandonato su un marciapiede che sarà, per un momento, il personaggio assoluto di una storia, una storia costruita grazie a tutti coloro che si imbatteranno in questa scarpa, che si faranno mille domande (chi l’avrà messa lì? di chi sarà mai?, ad esempio) e si daranno altrettante risposte e cambieranno, a causa o grazie a questo oggetto, il proprio percorso.  Un oggetto che avrà un valore diverso per ogni persona che lo vedrà: sarà prezioso per l’edicolante; sarà casa per il topolino che lo abiterà la notte; sarà mistero per un signore anziano; desiderio, amore o fantasia per qualcun altro e così via. Finché accadrà qualcosa che cambierà la scena, ma non di troppo. Improvvisamente un coup de théâtre e tutto ritorna come prima, o meglio di prima.

“La scarpa” (Lavieri, pp. 32, euro 15,90) è la storia scritta da Valentina Maselli, accompagnata dai raffinati e dettagliati disegni di Daniela Pareschi (di cui ricordiamo anche l’emozionante albo Aiaccio), che ci mette di fronte a una quasiscenografia. Insieme raccontano una storia toccante, in grado di analizzare molti punti di vista su un unico argomento e di abbracciare le diverse sensibilità che possono appartenere all’essere umano.

Marianna Zito

 

 

Blue o del pescatore che la cacciò su MangaForever

Blue o del pescatore che la cacciò
31 dicembre 2023

Blue o del pescatore che la cacciò di Daniele Nicastro e Erika De pieri (qui il libro) 
su MangaForever

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La lotta tra l’uomo e il mare è una delle sfide che ha impegnato gli esseri umani sin dalle prime apparizioni su questa terra. Che si tratti di un fiume, un lago oppure mari e oceani, sempre c’è stata qualche difficoltà nell’approccio. Il mare e gli oceani, in particolare, sono ricchi di insidie e pericoli. Ma non sempre questi sono fenomeni sono avversi all’uomo. Spesso è proprio l’uomo che inizia una battaglia che difficilmente può vincere. Il libro di cui vi andremo a parlare oggi ha come tema proprio una sfida tra le creature marine e l’uomo. Blue o del pescatore che la cacciò è un albo illustrato scritto da Daniele Nicastro, illustrato da Erika De Pieri e pubblicato da Lavieri Edizioni nell’ottobre 2023.

La storia inizia narrando la vita di Blue, una balena solitaria, che ha una voce diversa da quella delle altre balene. Ha provato tante volte a farsi capire e mettersi in comunicazione, ma è stato del tutto inutile. Nuota solitaria nell’immenso blu, di cui porta il nome. Ma vicino al mare c’è un’altra anima solitaria che come Blue non trova pace. Si tratta di quella di un vecchio marinaio che abbandonando il suo violino parte con un arpione per l’alto mare. Qui ci sarà un incontro scontro tra Blue e il marinaio. L’anziano cercherà di arpionare la povera balena e questa, ferita, colpirà inavvertitamente la sua nave mandandola in frantumi. A quel punto, Blue, vedendo qualcosa di buono in quel vecchio lupo di mare, lo salverà. Da lì nascerà una bellissima amicizia di due anime solitarie che trovano un punto d’incontro e unione.

10 Blue Wip

Testi, illustrazioni e cura editoriale

In questo libro Daniele Nicastro sceglie un bel lessico ricco e variegato. Parte da un protagonista rappresentante della natura, e poi uno che rappresenta la razza umana. Entrambi hanno qualcosa che li accomuna, ma solo nel corso della storia si andrà via via delineando il punto di unione tra i due protagonisti. Unici personaggi dell’intera storia. La storia da lui narrata parte quindi da due capi contrapposti, l’uno sopra e sotto la supeficie del mare. Il loro punto di contatto che sfocerà nell’amicizia nasce proprio dallo scontro. L’autore narra le vicende di questa storia in maniera abile riuscendo a coinvolgere immediatamente il lettore in entrambi i protagonisti.

Dal punto di vista dell’illustrazione, Erika De Pieri realizza delle tavole che ci mostrano tutto il blu possibile. Da quelle più tranquille e solitarie dell’inizio della storia, fino a quelle più spumose e agitare della sfida tra i due protagonisti. Le tecnica illustrativa usata dall’illustratrice è perfetta per rappresentare entrambe le fasi narrative. Così da rendere ancor più immersiva la lettura.

Questo è l’ennesimo albo illustrato che abbiamo il piacere di recensire di Lavieri Edizioni. Anche in questo caso ci troviamo di frontre ad un buon prodotto confezionato con cura e riguardo. La copertina è ruvida al tocco e dà quel senso di antico e vissuto molto affascinante. Come se il libro fosse uscito dalla spuma marina. La qualità della stampa valorizza le bellissime illustrazioni che riempiono ogni pagina di diverse gradazioni di blu. E non potrebbe essere altrimenti

Blue o del pescatore che la cacciò

Conclusione – Blue o del pescatore che la cacciò

Blue o del pescatore che la cacciò è un albo poetico e dolce. Ci parla dell’importanza dei punti di contatto. Non sempre questi sono semplici, anzi spesso sono traumatici e nascono da scontri più o meno aspri. La nascita di una nuova amicizia può infatti nascere anche quando si riesce a vedere nell’altro un po’ di sè. Questo è infatti quello che succede a Blue e il vecchio marinaio. Un albo consigliato tanto ai bambini, quanto agli adulti. Perché affronta un argomento bello e profondo in maniera intelligente e con una forte storia metaforica. C’è anche il tema dell’uomo in contrapposizione con la natura. Uno scontro e incontro che ha sempre contraddistinto l’esistenza umana.

In conclusione Blue o del pescatore che la cacciò è un albo illustrato assolutamente consigliato e che trasporta in un mondo dove la dominante è, ovviamente, blu. Si può respirare l’odore del mare sfogliandolo e ci si può rappacificare anche un po’ con quell’animo solitario che alberga in molti di noi. Sia dal punto di vista narrativo che dalle illustrazioni troviamo una perfetta armonia che riesce a veicolare perfettamente il profondo messaggio che autore e illustratrice cercano di trasmettere.

L’approdo su MangaForever

L'approdo - Daniela Tieni, Mario Pennacchio
28 novembre 2023

L’approdo di Mario Pennacchio e Daniela Tieni (qui il libro) 
su MangaForever

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La migrazione è uno dei fenomeni naturali più antichi che si conosca. Che si parli di animali o di persone, ogni forma di vita in grado di spostarsi, ha sempre avuto la spinta a muoversi verso altri luoghi. Partendo dal suo luogo di origine per i più disparati motivi. E senza magari poi tornare più indietro. La migrazione di popoli o gruppi di persone, in particolare, è diventato uno dei principali argomenti di dibattito in tutto il mondo di recente. Ed è proprio il tema centrale del libro di cui vi andremo a parlare oggi. L’approdo è un albo illustrato scritto da Mario Pennacchio, illustrato da Daniela Tieni e pubblicato da Lavieri Edizioni nell’aprile 2023.

L'approdo - Daniela Tieni, Mario Pennacchio

Come dicevamo, L’approdo parla proprio di migrazione. Una barca piena di migranti, tante persone schiacciate l’una contro l’altra mosse dalla speranza di raggiungere un posto migliore. Una tempesta, qualcuno non ce la fa. La disperazione, la rabbia, la forza della disperazione. Il naufragio, l’approdo tanto desiderato e sofferto. Poi all’improvviso da quell’inferno di acqua e sabbia, nasce una creatura. La rappresentazione vivente della rinascita della speranza. Di una nuova spinta e desiderio di andare avanti, verso il nuovo, verso il voluto e desiderato. Una donna partorisce un bambino, che non è solo figlio suo. Ma di tutti i naufraghi e di tutta l’umanità. Un figlio del mondo, un migrante naturale, libero di andare dove vuole.

L'approdo - Daniela Tieni, Mario Pennacchio - interno

Testi, illustrazioni e cura editoriale

Mario Pennacchio scrive un bellissimo testo completamente in rima, dall’inizio alla fine. Pieno di immagini, suggestioni, mai forzate, mai con parole fuori luogo. Accompagna la breve narrazione in pagine intrise da una tempesta di sentimenti contrastanti. La storia da lui narrata non è affatto facile, ma lui riesce abilmente a portarla avanti con una rima scorrevole e mai forzata. Ogni tassello va quindi ad inserirsi nella progressione narrativa in maniera dolce e naturale. Si nota anche da parte dell’autore un grande coinvolgimento. L’uso delle parole infatti è molto studiato e ponderato.

Dal punto di vista dell’illustrazione, Daniela Tieni realizza un lavoro di altissimo livello. Diviso tra la drammaticità della prima parte del libro e l’apertura alla speranza della seconda. L’utilizzo della tecnica illustrativa si sposa alla perfezione con i due registri narrativi, donando un’esperienza altamente immersiva durante la lettura. Il risultato in entrambi i casi è davvero superbo. Pur nella drammaticità dei fatti raccontanti, si riesce ad apprezzare la bellezza di ogni tavola. I personaggi che animano le sue illustrazioni sono come fili d’erba che si muovono ad un ritmo concordato e armonico, adagiati su scenografie eteree. Il tutto rende ogni tavola un’armonia perfetta che suona dalle note più tragiche a quelle più gioiose..

Questo albo illustrato realizzato da Lavieri Edizioni è un prodotto confezionato con grande grande cura. La qualità di stampa riesce a valorizzare le bellissime illustrazioni. Rendendo i colori ben distinti e definiti. Molto importante in questo testo è infatti la buona riuscita delle sfumature di colori. Senza dubbio uno dei libri prodotti da Lavieri tra i più belli pubblicati. Sia dal punto di vista illustrativo, che narrativo e di confezionamento. Sicuramente un libro che lascia il segno da molti punti di vista.

L'approdo - Daniela Tieni, Mario Pennacchio - interno

Conclusione – L’approdo

L’approdo è un albo delicato e profondo che parla dell’importante tema dei flussi migratori. Un libro altamente consigliato in questo periodo storico in cui la migrazione e immigrazione è diventato un argomento centrale. Non solo, rispecchia anche un’aria natalizia. Una nuova nascita, una nuova speranza che viene da una situazione difficile e rischiosa. Questo libro non è solo consigliato ai bambini, visto l’argomento delicato. Ma ancor più consigliato per gli adulti. Infatti sia la storia che il forte messaggio veicolato, possono aiutare ognuno di noi ad entrare in empatia con delle persone che rischiano ogni giorno la loro vita alla ricerca di nuovi luoghi di speranza.

In conclusione l’Approdo è un albo illustrato assolutamente consigliato e dal messaggio davvero potente. Un libro che insegna l’importanza di accogliere. Quindi un ottimo regalo per il Natale che si sta avvicinando. Sia dal punto di vista narrativo che delle illustrazioni, tutto il libro è pervaso da una grande dolcezza e armonia, che si mostra sia nella drammaticità che nella gioia. Adatto soprattutto per coloro che vogliono meglio immedesimarsi ed entrare in empatia con le persone che compiono i lunghi e rischiosi viaggi migratori.

Hugo su il Salotto del gatto libraio

Hugo, by Attinuke & Birgitta Sif
3 maggio 2022

Hugo di Atinuke e Birgitta Sif (qui il libro) 
su il Salotto del gatto libraio

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Mai come questo momento è importante parlare di inclusione, accoglienza, rispetto dei tempi.

Si può farlo entrando in punta di piedi in storie delicate e ricche di sfumature come Hugo, scritto da Atinuke ed illustrato da Birgitta Sif, edito in Italia da Lavieri.

Hugo è un guardiano, parola che ha la sua etimologia nel verbo guardare, che tra i suoi significati annovera badare, avere cura. E Hugo il piccione di cura ne ha tanta, sia per il parco che per le persone che abitano nei dintorni. Lui c’è sempre, sia di giorno che di notte.

Ce lo raccontano i risguardi, dai quali intuiamo che le illustrazioni sono una vera coccola, per gli occhi e per il cuore. Birgitta si è divertita a giocare con i tagli di luce, rendendo ancora più morbide le tavole dai colori pastello che scandiscono le stagioni. La composizione della pagina è sempre pulita, e mai confusionale, nonostante la ricchezza dei dettagli che ci raccontano le movimentate giornate del piccione.

Scambiare due chiacchiere, riservare parole di incoraggiamento, fare compagnia a chi è solo sono fra le attenzioni che riserva quotidianamente ai vicini, mentre si occupa di tenere pulito il parco dopo il passaggio di persone ed animali. Ma la sua attività preferita è quella di bussare alla finestra di chi non apre mai. Hugo sa che solo con educazione e perseveranza di può fare breccia anche nel cuore di chi è più ritroso e farlo diventare parte integrante della comunità.

Una storia che restituisce il significato vero dell’amicizia: saper stare accanto a chi si vuole bene rispettando sempre i suoi tempi e lasciandolo andare quando è necessario…

Essere Robot su direfareinsegnare

Essere robot by Matt Dixon

21 luglio 2023

Essere Robot di Matt Dixon (qui la scheda libro) su Dire Fare Insegnare

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Estratto:

Su di un pianeta devastato dalla nostra trascuratezza si muovono delle strambe creature: sembrano robot, ma dalle loro abitudini traspare qualcosa di molto più familiare…

E se dietro a una fredda scorza di alluminio e latta si agitassero passioni e sentimenti del tutto umani? Da qualche parte, in un mondo desolato e semidistrutto dall’incuria dell’uomo, dei piccoli robot ci hanno sostituito, ma chi pensasse che insieme a noi sia scomparso ogni problema si sbaglierebbe di grosso.

I piccoli robot creati dalla penna di Matt Dixon, infatti, sono la nostra immagine speculare: come noi si sentono soli, incompresi, a volte inutili. Come noi hanno difficoltà a comunicare l’uno con l’altro; proprio come noi si sentono spesso smarriti e abbandonati, in un mondo che non offre alcun punto di riferimento oltre all’immobile mare della solitudine.

Quindi, proprio come facciamo noi, commettono le più grandi assurdità pur di vincere questo sentimento. Si innamorano di bidoni dell’immondizia scambiandoli per loro simili; esplorano, sempre a caccia di un nuovo orizzonte entro cui soffocare il grido della noia; a volte si perdono nelle discariche di elettrodomestici abbandonati, in cui il senso della propria identità si confonde e, infine, svanisce.

A vederli, impegnati nelle loro imprese donchisciottesche, strappano un sorriso e fanno quasi tenerezza, ma è facile intuire come dietro questi piccoli assemblaggi di ingranaggi e lamiera si celi l’umanità stessa, con tutto il suo carico di illusioni e non sense.

Privo di testo e pensato per bambini e bambine dai 6 anni in su, Essere Robot è un’affascinante indagine sul senso della vita e sulla condizione umana; una raccolta di bellissime tavole a colori che catturerà l’attenzione dei più piccoli, lasciando tralucere, attraverso il simbolo, la profondità di un mistero a cui solo i bambini, forse, possono trovare risposta.

 

 

Margherita che guardava le stelle su il Salotto del gatto libraio

Margherita che guardava le stelle
28 giugno 2022

Margherita che guardava le stelle di Paola Sala e Richolly Rosazza (qui il libro) 
su il Salotto del gatto libraio

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I titoli pubblicati da Lavieri hanno spesso alla base storie delicate di amicizia e valori importanti: non si sottrae a questa logica nemmeno Margherita che guardava le stelle, di Paola Sala con illustrazioni di Richolly Rosazza.

Un saggio tasso ed una pecora decisamente poco ordinaria sono i protagonisti di questo racconto che, con un incipit davvero straordinario, si rivolge direttamente al lettore, tirandolo fin dentro la storia, dove ad accoglierlo ci sono le illustrazioni tenere e colorate di Rosazza.

Margherita non è una pecora come tutte: mentre le altre fanno le pecore lei guarda le stelle. E riflette. Sa di essere unica, come ciascuno di noi. Per questo motivo si è scelta un nome: a differenza delle altre, non vuole essere solo un numero, vuole essere riconoscibile e ci riesce.

Di lei in mezzo al mucchio si accorge Tasso, che scorge la sua unicità osservando le stelle brillare nei suoi occhi; d’altronde anche lei si accorge dell’unicità del nuovo amico, suggellando la nascita di un’amicizia che andrà oltre il recinto, oltre i pascoli e le stagioni.

La ballata di Benty Breight su Frizzifrizzi

La ballata di Benty Breight by Davide Panizza
5 aprile 2022

La ballata di Benty Breight su Frizzifrizzi
di Davide Calì

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Estratto

La ballata di Benty Breight

di Davide Panizza, Lavieri

Benty Bright entra in un saloon molto malconcio e ordina due bicchieri di soda. Quando gli chiedono cosa gli sia successo, inizia a raccontare una giornata a dire poco incredibile: prima gli sono scappati i bisonti dal recinto, poi è stato calpestato da una mandria di mucche, quindi ha affrontato una gang di banditi e un attacco di indiani al treno.
Ma sarà tutto vero?
Un libro che declina tutti i cliché dei film western con una divertentissima escalation numerica.

 

 

71 pecore su Frizzifrizzi

71 Pecore
14 marzo 2022

71 pecore su Frizzifrizzi su Frizzifrizzi
di Davide Calì

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Estratto

71 pecore
di Pablo Albo e Guridi, Lavieri

Ci sono 71 pecore che decidono di giocare a pallone. Si dividono in due squadre: 35 da una parte, 35 dall’altra. La settantunesima farà l’arbitro. La partita comincia ma si interrompe subito: il pallone, infatti, finisce su un albero. Le pecore allora si ingegnano per turare già il pallone ma nel frattempo arriva il lupo. Le pecore si nascondono tutte sull’albero. Quando il lupo se ne va vorrebbero ricominciare la partita ma…
Una storia buffa, con pecore pasticcione.

 

Cinque albi illustrati di Sergio Olivotti su Frizzifrizzi

Catalogo Ragionato delle Patamacchine (cover)
21 febbraio 2022

Cinque albi illustrati di Sergio Olivotti su Frizzifrizzi
di Davide Calì

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Estratto

Sergio Olivotti è illustratore, autore e performer dei suoi libri. La sua produzione tradisce una grande passione per i vecchi codici e i bestiari, ma anche per alcuni autori immortali come Gianni Rodari e Jacovitti. I suoi libri spesso sono cataloghi assurdi o altrettanto improbabili saggi storico-scientifici. Una cosa li accomuna tutti: sono divertentissimi!

1

Catalogo ragionato delle patamacchine
di Sergio Olivotti e Gianluca Caporaso, Lavieri

Che cosa sono le patamacchine? Semplice: si tratta di avveniristiche invenzioni progettate per risolvere problemi… inesistenti.
Questo libro catalogo ne raccoglie diverse che, in realtà, poi tanto inutili non sono nemmeno. Chi di noi non vorrebbe un aggeggio per potenziare l’autostima o un marchingegno per far pace con qualcuno dopo che si è litigato o un dispositivo per trovare rime poetiche quando siamo a corto di ispirazione?

di Sergio Olivotti, Lavieri

Un codice risalente al 1848 racconta della geniale invenzione di un tal Articiocco, lo zoablatore. Preceduto da una serie di formidabili, quanto improbabili invenzioni, come il cappello-parafulmine, il biliardo senza sponde, gli spaghetti in scatola arrotolati, le pinne coi tacchi per sommozzatori eleganti e molte altre, lo zoablatore è un congegno ideato per dialogare con i nostri animali, comprendere le loro esigenze e soprattutto capire di cosa parlano tra di loro i cani, i gatti e le galline.

3

La seconda arca
di Sergio Olivotti, Lavieri

Tutti conoscono la storia di Noè e della sua arca degli animali, ma quasi nessuno conosce invece quella di suo cugino Bartolomeo e della sua, altrettanto poco conosciuta, seconda arca.
Olivotti, aldilà dell’elencare animali improbabili, come il levriero incontinente o la puzzola Chanel, ci porta letteralmente a bordo di una grande nave, pronta a salpare. Ovviamente, non tutti gli animali possono salire, ci sono delle esclusioni, e quando tutto è pronto, c’è anche una falsa partenza, ma poi, finalmente si va. Sì, ma dove?

Le parole della neve su Virgilio Sapere

Le parole della neve
16 dicembre 2021

Le parole della neve di Valentina Maselli e Chiara Nasi (qui il libro)
su Virgilio Sapere

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Libri dell’infanzia sull’inverno: una selezione per i 5 anni

Volpi, uccelli e topolini, ma anche bambini alle prese con avventure reali ed oniriche: i libri sull’inverno per bambini di 5 anni sono capolavori da scoprire

Giungiamo alla conclusione di questo interessante percorso dedicato ai libri dell’infanzia sull’inverno: dopo aver raccolto titoli per la primissima infanzia, i 3 anni e i 4 anni, scriviamo un ultimo capitolo sugli albi illustrati per i più grandicelli, i bimbi di 5 anni. Altra fase della vita, altri tipi di storie.

I bambini di questa età, infatti, sono decisamente più autonomi e hanno voglia di scoprire il mondo che li circonda, aiutati da una mobilità fisica consolidata; ne hanno compreso le regole elementari e sanno ora cosa è il bene e cosa il male, cosa è giusto e cosa è sbagliato, quali sono le emozioni di base come rabbia, gelosia, paura e timidezza; soprattutto, hanno ora la capacità di decentrarsi, di mettersi nei panni altrui provando le sensazioni vissute da altri in un determinato contesto e di vedere come i loro comportamenti influiscano sull’armonia sociale.

Così anche le storie devono rispondere al loro nuovo modo d’essere. Non suscitano più interesse le trame eccessivamente didascaliche o con dichiarati propositi moralistici, ormai acquisiti. Anche la soglia di attenzione è aumentata e permette di seguire intrecci narrativi più complessi, con dettagli che arricchiscono la storia di immagini facilmente visualizzabili, sfumature emotive, avventure più astratte.

Certo le illustrazioni continuano ad avere il loro peso, ma non sono più centrali. In particolare, non sono più co-natrratrici insieme alla parola scritta. La loro è una funzione puramente evocativa. Ecco perché lo stile acquerellato, l’uso simbolico dei colori, un tratto indistinto e tonalità quasi sbiadite piacciono tanto ai bambini di questa età. Nel nostro caso, ad esempio, ricordano tutto ciò che la magia della neve e del freddo porta con sé tirando fuori un substrato ormai sedimentato nella memoria e nei vissuti dei piccoli, che già hanno vissuto diverse stagioni.

Ma veniamo a noi ed entriamo nel vivo della materia scoprendo titoli dal valore narrativo e artistico a dir poco straordinari. Perché diciamoci la verità: i libri sull’inverno per bambini di 5 anni piacciono anche ai genitori, che si prendono il tempo di accoccolarsi sul divano, spegnere gli schermi ed immergersi nel fascino delle storie durante le giornate più fredde e brevi dell’anno.

Le parole della neve, di Valentina Maselli e Chiara Nasi, Lavieri

Ecco un altro imperdibile libro sull’inverno per bambini di 5 anni – ma anche più grandi – fresco di stampa. Questo racconto di fantasia celebra il potere della parola, che mai deve essere usata a casaccio. Ci troviamo in un paese popolato da persone che parlano in continuazione, ad alta voce, cercando di dominare gli uni sugli altri. Solo i bambini sono alla ricerca di termini dimenticati, gentili e leggeri. Sono gli unici a comprendere l’importanza della profondità e dell’essenzialità. Qualcuno riesce a cambiare il corso degli eventi. Chi è? La neve, con la sua delicatezza ovattata che abbraccia l’intero paesaggio e zittisce, con la sua eleganza, anche i conversatori più accaniti.

 

 

 

 

 

Un Natale imprevisto su Virgilio Sapere

Un natale imprevisto
21 dicembre 2021

Un Natale imprevisto di Erika de Pieri (qui il libro)
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Libri di Natale per bambini di 4 anni: gli imperdibili

Possono parlare del tema dell’avvento o della natività, di Santa Claus o delle sue renne: la nostra selezione dei libri di Natale per bambini destinati ai 4 anni.

Continuiamo la nostra rubrica sui migliori libri di Natale per bambini con un articolo dedicato ai piccoli di 4 anni. Dopo il pezzo destinato alla primissima infanzia e quello pensato per la fascia dei 3 anni, volgiamo il nostro sguardo ai più grandicelli con una selezione pensata con attenzione esclusivamente per loro. E per i loro genitori. Perché è cosa nota che gli albi illustrati non hanno età e le immagini associate al linguaggio sprigionano messaggi che travalicano il potere – puro e semplice – della parola.

Un altro libro di Natale per bambini di 4 anni uscito da poco. Già protagonisti di L’imprevisto e L’imprevisto 2. Il giorno dopo, Orso e Pinguino sono per la prima volta insieme a Natale. Mentre si apprestano a decorare la casa, il piccolo volatile trova una vecchia fotografia di famiglia del grande animale dal pelo bianco. Decide quindi di partire alla ricerca di Babbo Natale, ma il suo compagno, a sua volta, si mette sulle sue tracce. Cosa li aspetta? Numerose avventure animate dalla presenza di un bradipo e un koala. Chissà come trascorreranno il 25 dicembre i due amici.

 

 

 

Il gatto stregato su Virgilio Sapere

Il gatto stregato - copertina
21 ottobre 2021

Il gatto stregato di Paolo Cossi e Massimiliano Frezzato (qui il libro)
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Libri di Halloween per bambini: la guida completa

Streghe e gatti neri, vampiri, zombie, zucche e ragni: i migliori libri di Halloween per bambini da 1 ai 10 anni dedicati al giorno più spaventoso dell’anno.

Una raccolta esaustiva sui migliori racconti di paura per bambini, da consultare per fascia d’età. Per comprendere il significato della festa del 31 ottobre non c’è niente di meglio che immergersi tra le pagine di questi straordinari libri per l’infanzia, dai pop up e cartonati per i piccolini dall’anno di età fino alle narrazioni più complesse e introspettive pensate per i ragazzini di 10 anni. Perché Halloween è l’occasione giusta per affrontare ed esorcizzare un’emozione spesso difficile da gestire come la paura. Come? Lasciandosi accompagnare da trame e illustrazioni capaci di fondere terrore e ironia, suspense e sarcasmo, un vero mix adrenalinico. Per vivere una notte terribilmente spaventosa ed indimenticabilmente divertente.

Il gatto stregato, di Paolo Cossi e Massimiliano Frezzato, Lavieri

Dai 5 anni

Una streghetta simpatica e disponibile e il suo gatto nero, magro e spelacchiato ma soprattutto innamorato. Serviranno gli incantesimi della sua padrona a conquistare l’amata micetta? Una storia che spiega che i sentimenti più autentici hanno la meglio su tutto.

 

 

 

 

 

L’imprevisto su Virgilio Sapere

L'imprevisto - by Erika De Pieri
15 dicembre 2021

L’imprevisto di Erika de Pieri (qui il libro)
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Libri dell’infanzia sull’inverno: gli immancabili per i 4 anni

Paesaggi innevati, natura e tanti animali per storie di amicizia e scoperta del mondo: i più coinvolgenti libri sull’inverno per bambini di 4 anni

Eccoci alla terza puntata della nostra rassegna sui libri dell’infanzia sull’inverno dedicati ai bambini di 4 anni. Dopo la selezione compiuta per la primissima infanzia e la fascia dei 3 anni, ci immergiamo ora in storie più articolate che riflettono le esigenze dei più grandicelli: la ricerca dell’autonomia e l’indipendenza, il desiderio di avventura, le nuove amicizie che esulano dall’ambiente familiare, così come un’emotività più raffinata dalle infinite sfumature.

Le trame si fanno quindi più lunghe poiché il grado di attenzione è aumentato, nonostante le immagini continuino ad avere un forte potere evocativo. L’inverno diventa quindi il pretesto per affrontare il mondo che c’è là fuori e che tanto attira i bambini che si trovano in questa movimentata fase transitoria che li porterà ad una maggiore sicurezza una volta raggiunti i 5 anni.

I temi trattati nelle storie hanno quindi a che fare con il superamento di piccole ansie e difficoltà, con la curiosità e il coraggio della scoperta, con lo stupore di fronte alla bellezza, tutti elementi che diventano la chiave per ampliare i propri orizzonti. E non c’è niente di più bello che farlo attraverso eroi del mondo della fantasia, siano essi animali o bimbi come loro. Perché le storie hanno un potere unico.

L’imprevisto, di Erika De Pieri, Lavieri

Ancora un libro sull’inverno per bambini di 4 anni ambientato nel grande Nord e con un orso bianco come protagonista. Il tema affrontato? Rispondere prontamente a situazioni inaspettate. La routine quotidiana è rassicurante, ma un impedimento accidentale può sempre cambiare i nostri piani. Ad esempio, un semplice scivolone su un oggetto sconosciuto. Un uovo bianco può farci vivere un’infinità di emozioni diverse, dallo stupore alla curiosità fino alla paura e alla rabbia. È solo con l’accettazione del cambiamento che si assapora la bellezza della vita, che ci porta straordinari incontri d’amore. Della stessa serie anche il sequel L’imprevisto 2. Il giorno dopo e Un Natale imprevisto. Ulteriore garanzia del valore di questo racconto è il fatto che l’autrice abbia vinto più premi e lavori dal lontano 2005 per numerose case editrici specializzate in letteratura per l’infanzia.

 

Un Natale imprevisto su greenme

Un natale imprevisto
6 dicembre 2021

Un Natale imprevisto di Erika de Pieri (qui il libro) su greenme.it

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Il terzo libro di Orso e Pinguino arriva per riscaldarci in questo inverno. Come al solito le sorprese a casa di Orso non finiscono mai e qualche volta ci può essere anche qualche incomprensione. Ma da una incomprensione può nascere un Natale speciale? Già un orso bianco e un pinguino insieme sono strani ma che ci fanno anche un koala e un bradipo con loro? Il primo Natale di Pinguino sarà davvero speciale!

 

 

 

Albert, marziano in missione su Modulazioni Temporali

Albert, marziano in missione - copertina
10 novembre 2021

Albert, marziano in missione di Antonella Malvezzo e Christian Inaraja (qui il libro)
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“Albert. Marziano in missione”: come affrontare la diversità

Nella classe di Mia arriva Albert, un nuovo compagno di classe, un po’ diverso, con la pelle bianchissima e gli occhi scurissimi, e che fa cose strambe come starsene per conto suo, parlare poco e non voler essere toccato, tanto che Mia – osservando attentamente vari indizi – crede che Albert sia “un marziano in missione sul nostro pianeta”!

E come si fa ad aiutare un marziano a portare a termine la sia missione? Cosa può fare Mia per farlo sentire a proprio agio sul nostro pianeta? Ma Mia si accorge sin da subito che anche i suoi più piccoli gesti possono dare una mano importante al suo nuovo compagno. Ed è anche da qui che può nascere una bella amicizia: dall’accettazione dell’altro, anche se non è proprio come noi.

“Albert, marziano in missione” (Lavieri, 2021, pp. 28, euro 13,50) è un albo per bambini che nasce dai testi di Antonella Malvezzo e dai disegni stilizzati e bidimensionali di Christian Inaraja, che li riempie totalmente di pastelli accessi, rendendo i personaggi allegri, buffi e vivaci. È un libro che racconta l’autismo e l’accettazione di chi è diverso da noi. Racconta l’amicizia e quella solidarietà e affetto freschi e spontanei che solo i bambini sono in grado di dare.

Marianna Zito

 

Mout che fuggì al chiaro di luna su Modulazioni Temporali

Mout che fuggì al chiaro di luna
10 novembre 2021

Mout che fuggì al chiaro di luna di Adèle Tariel e Oksana (qui il libro)
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“Mout che fuggì al chiaro di luna” di Adèle Tariel e Oksana

“Mout che fuggì al piano di luna” (Lavieri, pp. 32, euro 12,90) di Adèle Tariel e Oksana Bula è la storia di un montone che odia essere tosato, perché Mout adora la sua lana. Odia così tanto questo evento che decide addirittura di scappare. E allora ecco che comincia a studiare e a capire cosa vuole fare e dove vuole arrivare. Mout non ha paura, è un animale coraggioso, anzi riuscirà ad apprezzare pienamente la libertà e la felicità lontano dal suo gregge, incontrando gli animali della montagna. Ma i pericoli sono sempre alle porte! Cosa farà Mout? Tornerà al suo ovile? Sarà ancora felice?
Le illustrazioni di Oksana Bula sono semplici, colorate, dolci e ricche di tenerezza. Infatti, il piccolo lettore -immergendosi in molteplici illustrazioni di personaggi teneri e buffi – viene avvolto tra le pagine di un racconto “soffice” e trasportato tra gradazioni di colori caldi e rassicuranti. Un albo che racconta sì del coraggio, ma anche che a volte la felicità e le vere amicizie non sono poi molto lontano da noi.

Marianna Zito

Esplorazioni su CorriereSpettacolo

Esplorazioni, by Matt Dixon
4 novembre 2021

Esplorazioni di Matt Dixon (qui il libro)
su CorriereSpettacolo articolo di Gaetano Cutri.

Qui la versione web

“Esplorazioni”, i robot incontrano la vita

“Esplorazioni” è un viaggio di scoperta. Macchina e natura si intrecciano in un gioco di contrasti emozionante.

Esplorazioni

Esplorazioni

Matt Dixon aveva già deliziato il suo pubblico con un ricco libro illustrato.

Transmission Files” fece conoscere ai suoi fans l’animo umano di una serie di robottini.

Queste macchine apparentemente fredde, ma in realtà piene di emozioni, tornano sotto i riflettori.

Pubblicato da Lavieri infatti, “Esplorazioni” permette a tenerissimi piccoli robot di fare un viaggio.

Questo viaggio non è solamente fisico, ma soprattutto mentale e psicologico.

Il metallo e i bulloni finiscono per interagire con quello che invece la natura ci offre.

Un prato dove le farfalle volano e dove le piante possono crescere rigogliose.

La sofficità di una nuvola che regge il peso apparentemente insostenibile di un robot.

Piccoli animali per nulla spaventati dagli ammassi di latta che si avvicinano curiosi agli esseri antropomorfi.

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Bibi e i bulli su Modulazioni Temporali

Bibi e il Lupo copertina
27 ottobre 2021

Bibi e i bulli di Eric Englebert illustrazioni di Claude K. Dubois (qui il libro)
su Modulazioni Temporali

Qui la versione web

“Bibi e i bulli” di Éric Englebert e Claude Dubois

Un tenero album per i più piccini, con un coraggioso lieto fine, è “Bibi e i bulli” di Éric Ernglebert e Claude Dubois 

“Le illustrazioni di questo piccolo albo sono estremamente semplici e lineari, ma allo stesso tempo dolci e ricche di tenerezza. Il realismo ed il perfezionismo lasciano spazio a creatività e carica emotiva attraverso l’acquarello tenue e alle linee “goffe” e tondeggianti di Claude Dubois. Il piccolo lettore quindi può immergersi totalmente nella lettura e nell’ammirare tante piccole illustrazioni di personaggi teneri e buffi che avvolgono il racconto tramite gradazioni di colori calde e rassicuranti e assimilarne il messaggio positivo legato all’amicizia e alla fiducia nel prossimo e in sé stessi”.
Marianna Zito

 

 

Per fare una famiglia su Il Rosicchia libri

Per fare una famiglia
5 luglio 2021

Recensione di Per fare una famiglia di Mario Pennacchio e Richolly Rosazza
su Il Rosicchia libri, qui la versione web

<<Per ogni personaggio la famiglia è un concetto diverso e hanno tutti ragione! La famiglia è quel posto dove ci si sente a proprio agio con le persone a cui si vuole bene.

Il piccolo protagonista pone una domanda a cui tutti cercano di dare una risposta in base alla propria esperienza, ma la famiglia è qualcosa di più: piccola o allargata è il solo posto che si può chiamare “casa”.

Tutti i personaggi (riconoscibili e non) sono animali che con la propria famiglia si muovono in un paesaggio delicato dove tutto galleggia.

Però pagina dopo pagina scopriamo che ogni famiglia vive in un unico posto che vediamo poco per volta: un condominio fatto di oblò come una nave da crociera che si muove anche lui in quel mondo rassicurante.

Un albo illustrato in rima che esplora tutti i tipi di famiglia attraverso immagini surreali color pastello.

Un viaggio dentro e fuori tante famiglie diverse.>>

 

Per fare una famiglia su Mangialibri

Per fare una famiglia
20 maggio 2021

Recensione di Per fare una famiglia di Mario Pennacchio e Richolly Rosazza
su Mangialibri, qui la versione web

Una storia scritta in rima che racconta i tanti modi per formare una famiglia e con naturalezza risponde alle curiosità dei bambini e delle bambine. Non esiste un solo tipo di famiglia, tanto meno quella cosiddetta naturale, ma molteplici forme: “per fare una famiglia non servono ricette… parole ed etichette a volte vanno strette – spiega l’autore – ci vuole un po’ d’affetto, la gioia di parlare, l’amore ed il rispetto. È semplice. Mario Pennacchio ha una passione per le filastrocche: il suo primo libro lo scrive di getto, in 15 giorni, in seguito al terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012: spiega ai bambini cosa succede quando c’è un terremoto e vince il Premio Speciale della Giuria al “34° Premio Letteratura Ragazzi Cento”. Poi ci prova gusto e pubblica Il quaderno delle filastrocche. E ora questo Per fare una famiglia, in cui le sue rime danno un tocco di leggerezza a questo delicato tema. Le fantasiose illustrazioni di Richolly Rosazza seguono la storia mostrando i particolari di famiglie composte da bizzarri animaletti: man mano che ci si avvicina alla fine di questa fiaba, si passa dai primi piani alla visione d’insieme e scopriamo che tutte le famiglie abitano in una stramba navicella vivente.

Arno Schmidt su Pangea

Arno Schmidt - Specchi neri-53
15 maggio 2021

Arno Schmidt e la trilogia Nobodaddy’s Kinder su Pangea (di Vito Punzi)

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Leggere o rileggere: vita e scrittura di Arno Schmidt, il grande ateo rapito dalla “verità” della letteratura

Difficile, praticamente impossibile disgiungere le sue scelte fondamentali, il lavoro letterario dalla sua vita: Arno Schmidt (Amburgo 1914 – Celle 1979) va ricordato e letto per l’obbedienza radicale con la quale è andato progressivamente identificandosi con la propria opera. Alle versioni italiane di alcuni suoi testi verso la metà degli anni Sessanta, al tempo in cui diventava facilmente à la page qualsiasi cosa potesse essere classificata come “sperimentale” o “d’avanguardia”, attorno a lui sono seguiti decenni di quasi silenzio. Fino al 2005, grazie al traduttore Domenico Pinto e all’editore Lavieri, seguiti poi da altri.

Altro che “sperimentazione”, altro che “avanguardia”, intese come volontà di individuare un qualche moto progressivo (verso dove, poi?) in ambito artistico. Altro che desiderio di entrare a far parte dei salotti buoni della letteratura (in Germania erano quelli frequentati da Grass, Lenz, Böll): “Arno Schmidt”, scrisse Walter Kempowski il 15 giugno 1979 per onorare la scomparsa dell’amburghese, “stonava con il paesaggio letterario e le sue particolari qualità sono rimaste lontane dal diventare materia per notizie sensazionali.”

Dopo aver sperimentato, insieme alla moglie Alice, il vagare, le difficoltà e le ristrettezze causate dalla condizione di profugo dai territori tedesco-orientali occupati dai sovietici, nel 1958 la scelta di residenza che risulterà quella definitiva: una piccola casa in legno a Bargfeld, in Bassa Sassonia. Una decisione per l’isolamento, per la clausura, ha scritto qualcuno. Nulla di snob, piuttosto la coscienza che l’opera, per essere arte, esige scelte radicali. Così un brano da Brand’s Haide (traduzione di Domenico Pinto, Lavieri 2007): “Poeta: se riscuoti il favore della gente, domandati: cos’ho fatto di male?! Se lo riscuoti anche per il tuo secondo libro, allora getta via la penna: non sarai mai un grande. Poiché la gente altra arte non conosce se non quella marziale o culinaria (non fraintendiamoci: possono essere anche brav’uomini, ma cattivi musicanti!)”. In un altro passo dal testo (non ci si illuda, è composizione complessa, “prosa intermittente”) per intendere come l’arte per Schimdt fosse tutt’altro che “intrattenimento”: “Per me non è un fronzolo della vita, un orpello da seratina, una cosa a cui guardare con simpatia dopo un giorno di duro lavoro: per me è l’inverso: è l’aria che respiro, l’unica cosa necessaria, tutto il resto è spurgo e latrina. Quand’ero un ragazzo: avevo 16 anni allorché lasciai la vostra associazione. Quello che per voi è noioso: Schopenhauer, Wieland, La valle di Campan, Orfeo: fa la mia naturale felicità; ciò che a voi interessa alla follia: swing, cinema, Hemingway, politica: mi dà il voltastomaco. – Tu non puoi sapere: ma vedi bene che non sono ‘privo di sangue’ o ‘arido’, non più di voialtri: non m’innervosisco certo di meno, e mi entusiasmo, e frequento mostri, e odio.”

Tempo fa Claudio Magris sottolineò le invettive di Schmidt contro il nazismo, dimenticando che il buon Arno non ha esitato a mettere sullo stesso piano i comunisti: “L’arte del popolo?!: Lasciamo lo slogan ai nazisti e ai comunisti: la gente (ognuno!) deve incomodarsi per l’arte! – Altre amenità di questo tipo mi salivano e scendevano per le scale del cervello, punta e tacco: ma indossai il cappotto per mettermi a dormire.” A Greiffenberg, nella Slesia, Schmidt fece appena in tempo a tornare dal fronte prima dell’arrivo dell’Armata Rossa e insieme ad Alice poté mettere in salvo, in uno zaino, solo i propri manoscritti, insieme a un’edizione dell’opera completa di Christoph Martin Wieland: la porta della città era già a fuoco. Nella disperata situazione della postbellica Germania occupata non è mancata a Schmidt la lucidità per guardare al crudo destino che la storia ha riservato, e avrebbe potuto ancora riservare, al popolo tedesco: “Pure per loro (gli Alleati) noi non siamo che pedine: se entro 5 o 10 anni dovessimo servirgli contro la Russia, ci ficcheranno di nuovo le uniformi, e verremo offerti su un piatto d’argento agli assassini di professione che adesso stanno in aspettativa, e: sotto a chi tocca! “Sii sempre fedele e onesto…!”

Brand’s Haide, “la foresta dalla fama cattiva” da cui soffia eternamente un “vento senza forma e vitale”, è metafora del luogo isolato, eppure totalmente immerso nel mondo inteso come “amplificazione dell’Io poetico” (Pinto), dal quale Schmidt vorrebbe essere scoccato come una freccia, “verso qualche luogo”.

In Specchi neri (ancora traduzione di Pinto e sempre per Lavieri, 2009) l’anonimo narratore vaga in bicicletta in una landa, quella di Luneburgo, ormai priva di qualsiasi segno di civiltà, alla ricerca di uno spazio utile per costruire la propria casa, in legno, dopo che il genere umano, vittima della “grande catastrofe”, si è ridotto sull’intero pianeta a poche unità. Un Nessuno, figlio di nessuno, disperso, come nella vita fece lo stesso Schmidt, nelle oscurità delle foreste, perché “le foreste sono quanto v’è di più bello!”. A nulla serve l’incontro con Lisa, altra sopravvissuta: dopo una breve condivisione del comune destino è anch’essa destinata a vagare, per amore di solitudine.

Affidandosi anche qui alla sua “prosa intermittente”, fatta di citazioni colte, divagazioni e lampi improvvisi, tutto sembra voler confermare quell’ateismo privo di consolazioni più volte apertamente professato da Schmidt: “se tutto filava liscio potevo vagare ancora a lungo per la terra deserta di uomini: non avevo bisogno di Nessuno!” C’è una figura di natura però che  squinterna e sembra render vano il piano d’assoluto isolamento e di totale immersione nel negativo degli “specchi neri”. È la luna (che in tedesco, si ricordi, è di genere maschile), tanto cara alla poesia romantica. Una figura così frequente e significativa da essere tradotta dallo stesso Pinto con l’iniziale maiuscola: “Mi risvegliai: a tal punto la Luna, attraverso la finestra laterale, s’incaparbiva sul mio viso intorpidito”. È la sua luce, per quanto riflessa, a sollecitare riflessioni sulla relazione tra l’io e il mondo: “L’infinito diviene il centro interiore più profondo, e attraverso di esso tracciamo le nostre coordinate, il nostro sistema di riferimento e la misura delle cose”. Ed è alla sua presenza che ogni lontananza viene meno e perfino l’amore acquista nuovo spessore: “tanto più l’amata s’allontana : più a fondo si interna in noi”. In conclusione, partita Lisa, la “bianca selvaggia”, all’”ultimo uomo”, non resta che levare “ancora una volta uno sguardo verso l’alto” ed osservare “la Luna come chiave di volta nell’ogiva sghemba del cielo”.

Non a caso sarà proprio questo Schmidt, così ateo eppure così profondamente religioso, ad essere letto e stimato, intorno alla metà degli anni Cinquanta, da quell’Alfred Döblin da poco convertitosi al cattolicesimo.

Nonostante la scelta “claustrale” di Bargfeld, ad Arno e alla sua opera non sono mancati riconoscimenti, nella Germania Federale. Da ultimo il Goethepreis, nel 1973. Erano tempi di accesa contestazione sociale e tuttavia, di quella generazione di arrabbiati, cosa poteva mai importare allo scrittore Schmidt? Nel 1970, dopo sei anni di assoluto taglio delle comunicazioni con l’esterno, aveva pubblicato uno dei più voluminosi e complessi libri della letteratura tedesca, Zettel’s Traum, un volume di 1334 pagine. Degli intellettuali contestatori, di coloro che facevano a gara per prendere parte alle pur legittime battaglie operaie sull’orario di lavoro non poteva davvero importargliene nulla. Già in gravi condizioni di salute, Schmidt inviò la moglie a ritirare il premio, a Francoforte, e fu lei a leggere il suo discorso di ringraziamento. Sfinito ormai per il disperato lavorare alla letteratura, fu quella la sua ultima occasione per ribadire la propria “lontananza” dal mondo: “Sarà inattuale e impopolare, ma come unica panacea, contro tutto, so citare solo il “lavoro” […] Lo sproloquio sulle 40 ore settimanali non posso più sopportarlo: la mia settimana ha avuto sempre 100 ore: Zettel’s Traum ne ha richieste 25.000! Quella sì fu una giornata importante, quando lo finii.”

Vito Punzi

 

Montmartre su gigantestudios.it

Montmartre
4 maggio 2021

Montmartre di Gaia Favaro e Gianfranco Vitti (qui il libro) su gigantestudios.it

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Siamo probabilmente invisibili a chi non pone attenzione ai dettagli. Siamo lì che guardiamo tutto, mentre cadiamo leggeri sui tetti dopo l’aver volteggiato nel vento. Lucille ci osserva danzare e noi ci fermiamo nel suo stesso riflesso in una pozzanghera, tra i suoi appunti presi su un foglio di carta, tra le pagine di un libro e la gente che ci viene incontro.
Nel leggere e sfogliare l’opera a fumetti di Gaia Favaro e Gianfranco Vitti si ha la sensazione di trasformarsi nella complessità delle emozioni vissute dalla protagonista Lucille Morel, giovane ragazza ventenne appena trasferita nell’artistico quartiere parigino di Montmartre per proseguire i suoi studi.
Grazie all’introspezione di cui si impregnano le parole e le illustrazioni, ci si immerge nelle storie di un luogo che diventano pennellate in grado di arricchire uno spazio comune che ci consentirà di conoscere gli scatti fotografici catturati dalla Polaroid di Gogol il bizzarro e saggio (a modo suo) clochard, le linee di fumo delle sigarette di Aline l’indisponente vicina, l’inflessibilità dell’uggiosa e anziana proprietaria di casa, l’intrigante collega di corso Marta Perez e il burbero artista di strada Pierre Faur con la sua strana abitudine di leggere sui tetti. Eppure in questa storia dove nessuno è quello che sembra e dove tutti hanno una destinazione, c’è una continua connessione tra le parti: tra chi, in continua lotta con se stesso, ha paura di ricominciare e chi troverà il coraggio di ritagliarsi un proprio spazio vitale dove poter iniziare un nuovo viaggio.
Ci si perde tra le vie di un quartiere, tra i profumi dolci dei macarons, i disegni e i vecchi vinili esposti in una bancarella, le pennellate di colore e le vetrine illuminate di un bistrò e ci si ritrova sugli scalini che portano alla maestosa Basilica del Sacro Cuore o in metropolitana nel comprendere una scelta a dispetto di un’altra, nel far sì che qualcosa o qualcuno possa portarci un altrove. E come ci insegna questa storia: “capita di non essere più soli e di esserlo sempre…” in un momento, per un giorno, per lunghi anni fino a quando non ritroviamo ciò che siamo e vogliamo essere.
Siamo probabilmente invisibili a chi finge di non viverci pienamente. Siamo le foglie che cadono o quelle appena nate sui rami, siamo le gocce di pioggia o l’acqua di un fiume, siamo il dettaglio di un’opera d’arte o il sorriso di un clown, siamo i tratti di un disegno o le luci di una giostra, siamo il ricordo indelebile e nitido di un viso… siamo gli artefici del nostro destino, siamo forse le emozioni incontrollabili e libere di capitare nelle nostre stesse vite…
Di una cosa sono certo, in queste pagine respirerete un connubio perfetto e affascinante tra parole e immagini che vi restituiranno una rara profondità poetica. Che sia per voi una buona lettura, ma soprattutto un buon viaggio tra contrapposizioni e sentimenti.

 

Grande come… su Rosicchialibri

Grande Come
26 aprile 2021

Grande come… di Dario Campo e Ale Puro (qui il libro)
su Rosicchialibri

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Un GRANDE albo illustrato per capire come si diventa GRANDI.

Ma cosa serve per essere grandi?

Quando si hanno sette anni anche se si mangia molto non si cresce granché, a differenza di un albero della stessa età…

Il protagonista di questo libro vuole crescere, magari essere come un gigante che guarda tutto dall’alto e che arriva fin sopra le nuvole per non bagnarsi la testa quando piove. Prova anche a sentirsi grande come un orso, ma non sembra funzionare (gli orsi sono decisamente sgraziati).

Allora si interroga su cosa sia la GRANDEZZA, che non è un concetto solo fisico, ma anche sociale: ci si può sentire grandi quando si è connessi agli altri, oppure si può crescere “dentro” leggendo molti libri.

Sono tutte imprese lodevoli, ma la GRANDEZZA sicuramente è qualcosa di più.

E quindi?

E quindi bisogna aspettare l’amore per capirla veramente!

Un libro perfetto per analizzare il concetto di grandezza: grande è colui che cresce, che diventa alto e che, come un gigante, gioca nel mare come se fosse una vasca da bagno, ma grande è anche colui che crea legami o cerca di accrescere la propria cultura. E poi ci sono i sentimenti, quelli talmente forti da far sentire immenso chi li prova, proprio come l’amore. L’amore però si incontra mentre si aspetta di diventare grandi, magari proprio in biblioteca, dove non si può parlare, ma si può leggere e soprattutto si possono scrivere quelle parole imparate lungo il cammino, parole che rimbombano in un cuore sempre più GRANDE.

E’ vero che si può crescere in altezza, ma è “ciò che sentiamo dentro di noi che ci fa sentire grandi”.

Un albo dai disegni semplicissimi che affronta un tema complesso con tutte le sue sfaccettature pur mantenendo un tono scanzonato e un’impostazione grafica per più piccoli (grazie ai disegni dello street artist Ale Puro) che non fanno altro che esaltarne la poesia.

E per voi che cos’è la grandezza? Cosa vi serve per sentirvi grandi?

H!

Bibi e il lupo su Una yogi in liber-tà

Bibi e il Lupo copertina
9 aprile 2021

Bibi e il lupo di Eric Englebert illustrazioni di Claude K. Dubois (qui il libro)
su Una yogi in liber-tà

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Letture per sonni tranquilli con “Bibi e il lupo” edito da Lavieri

Per molti bambini il momento di andare a letto è tutt’altro che naturale e tranquillo, ma ci possono essere tanti piccoli trucchi a iuti per renderlo più facile e dolce. Noi per esempio:

  • non guardiamo film agitati o che trasmettano negatività con Virginia
  • la sera evitiamo spuntini o dolci
  • la cameretta deve essere a posto prima di dormire, in modo da trasmettere calma
  • appeso sopra il letto c’è un acchiappasogni, che al bisogno attivo con filastrocche magiche
  • ad accompagnare il sonno di Virginia ci sono quasi venti pupazzi, che ogni sera le danno la buona notte in modo diverso (questo è compito del papà, io mi spengo prima e arrivo a sera sicuramente meno…paziente :p)

Anche la lettura può aiutare in questo compito. Quindi oggi vi parlo di “Bibi e il lupo” edito da Lavieri, di Eric Englebert e Claude K.Dubois. E’ un albo da leggere ai piccolissimi lettori per rassicurarli e fargli capire che spesso le nostre paure non sono fondate.

È l’ora di dormire, ma Bibi sente un rumore. Mamma! Cosa c’è nell’armadio? E dietro le tende? Meglio dare un’occhiata, ma non c’è niente.
Ma… cosa c’è sotto il letto? Un mostro o un lupo?

Ma sotto il letto di Bibi non c’è un mostro cattivo o un lupo feroce, bensi un simpatico lupo che al posto delle caprette adora mangiare le torte. Non si può avere paura di un lupo goloso? Ecco il segreto per sonni tranquilli.

Le illustrazioni di Claude sono di una dolcezza infinita, e trovo sempre utile per le letture ai piccolini, l’utilizzo di caratteri in stampatello maiuscolo, in modo che possano iniziare a seguire insieme all’adulto ciò che viene letto.

 

I capelli rossi di Tori su il Salotto del gatto libraio

I capelli rossi di Tori
7 aprile 2021

I capelli rossi di Tori di Chae Jeong-taek e Yoon Young-cheol (qui il libro) 
su il Salotto del gatto libraio

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Per chi non ha i capelli ricci, mossi e impicciosi, sicuramente non può capire, come me, il disagio di Tori. Se poi ci aggiungiamo un colore che non passa assolutamente in osservato come il rosso, e dei capelli fuori controllo allora apriti cielo…

La nostra piccola protagonista è infatti disperata, i capelli sembrano aver preso vita, è inutile sistemarli tanto a quanto pare cambiano forma a seconda dell’umore e delle materie di studio: un dinosauro nell’ora di Scienze, l’Inghilterra nell’ora di Geografia e Napoleone nell’ora di Storia…

Chissà cosa accadrà domani durante le altre materie! Tori imbarazzata soprattutto da quello che possano aver pensato i compagni di classe, si ammala, e il giorno dopo rimane a casa. È sempre più intenzionata a non ritornare a scuola ma quando costretta, si ritrova in classe, ad attenderla ci sarà un bellissima sorpresa che non la farà sentire più emarginata e a disagio.
I capelli rossi di Tori scritta da Jeong-Taek Chae e illustrata da Young-Cheol Yoon, è un bellissimo albo che parla di disagio, vergogna e imbarazzo sentimenti però che con la forza di una mano amica, possono essere dimenticati in un attimo.
È faccile ridere delle disgrazie altrui ma credetemi, è ancora più bello riderne insieme.

Montmartre su CrunchEd

Montmartre
6 aprile 2021

Montmartre di Gaia Favaro e Gianfranco Vitti (qui il libro) su CrunchEd

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Parigi l’ho sempre sognata come un posto pieno di artisti che profuma di burro e avvolta da atmosfere di toni caldi e quando ho avuto fra le mani “Montmartre” di Gaia Favaro e Gianfranco Vitti, edito da Lavieri, ho sorriso perché guardandone anche solo la copertina sono stata travolta subito proprio da quella sensazione che apparteneva solo alla mia immaginazione.

Lucille è solo un pezzo del colorato puzzle che si compone fra le pagine, è solo un verso della poesia a volte nascosta fra le righe.

Fra i silenzi e la solitudine delle notti sui tetti, Lucille cerca la sua strada e cerca di fare ordine nei suoi pensieri e nei suoi desideri. 

Una graphic novel che sazia gli occhi, intrisa di poesia e con un finale che vi farà tremare un pochino l’occhio trattenendo una lacrimuccia.

© Giulia Cristofori

I capelli rossi di Tori su Una yogi in liber-tà

I capelli rossi di Tori
1 aprile 2021

I capelli rossi di Tori di Chae Jeong-taek e Yoon Young-cheol (qui il libro) 
su Una yogi in liber-tà

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“I capelli rossi di Tori” un albo edito da Lavieri che suggerisce come sdrammatizzare per far sparire l’imbarazzo

Ve le ricordate le spille per i capelli a fiocco con cui ci mandavano a scuola negli anni ’80? Io ne ho tenuti un paio, e mia figlia inizia a guardarmi storto se solo mi avvicino a lei con un fiocchetto alla mano. In effetti, con quei fiocchi in testa mi sentivo un po’ la piccola Tori, i miei capelli non erano fiammeggianti e pazzerelli come i suoi, ma una bimba un po’ maschiaccia infiocchettata…la vergogna era dietro l’angolo.

E anche Tori, con i suoi capelli indisciplinati, che a scuola cambiano forma ad ogni lezione, ha voglia di chiudersi a riccio. M i suoi compagni possono cancellare la sua vergogna e la sua difficoltà, e anzi stupirla con acconciature bizzarre e divertenti.

Ci vuole così poco per ingigantire qualcosa che non ci piace di noi (o degli altri), ad aversela a male per un difetto o per una presa in giro. Ma ci vuole altrettanto poco per riderci su e tornare a sorridere insieme ai compagni e agli amici.

E così possiamo mostrare ai nostri bambini tra le pagine di questo albo rosso Ferrari, che a volte particolari che per noi possono sembrare tremendi per gli altri forse non sono così importanti, e quello che conta è stare insieme e magari riderci su.

 

Montmartre su maurovalentini.it

Montmartre
30 marzo 2021

Montmartre di Gaia Favaro e Gianfranco Vitti (qui il libro)
su maurovalentini.it

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Due artisti che si incontrano.

Due stili, due modi di raccontare storie, uno con matita e pastelli, l’altra con la penna. Tutti e due con il cuore.

Questa è in estrema sintesi la causa e l’effetto di “Montmartre” (Lavieri edizioni) Graphic Novel che sancisce come si è detto la stretta collaborazione artistica tra Gianfranco Vitti e Gaia Favaro, entrambi di Taranto.

Entrambi talentuosi narratori di storie, in questo libro alle prese con un racconto che avvolge per delicatezza e profondità, scritta e visiva.

Lucille si trasferisce a Montmartre dalla provincia francese e si ritrova presto immersa nella poetica complessità del quartiere parigino. Montmartre la accoglie e quasi la sovrasta con i suoi colori, le vie affollate e i tanti incontri buffi e sorprendenti come quello con la scorbutica padrona di casa con la maglia dei Pink Floyd, o con Gogol il clochard e soprattutto con Pierre, artista di strada.

Ma il passare dei giorni rivela un inaspettato filo conduttore della sua vita parigina: una particolare solitudine che, privata della comune connotazione negativa, sa essere spazio dove vivere il calore di impreviste amorevoli amicizie, dove scoprire e comprendere vite diverse dalla sua.

Una sorta di Amelie in disegni e parole verrebbe da dire

Dove Lucille troverà il suo spazio e la sua dimensione sciogliendo quei nodi dell’anima che le impedivano l’inizio di un nuovo viaggio. E di un nuovo amore?

Una storia profonda e delicata, si percepisce, soffusa dal tocco magico della matita di Vitti, la poetica di Gaia Favaro, una poetica, e una matita che conquisteranno il lettore e che rendono questo prezioso libro trasversalmente amato dai cultori del fumetto e della prosa.

Un’opera che mi ha rapito, riportandomi tra quelle vie di quel quartiere dove ho lasciato il cuore e dove grazie a Vitti e Favaro l’ho ritrovato.

Mauro Valentini

L’imprevisto 2 su Il salotto del gatto libraio

imprevisto2

8 dicembre 2020

L’imprevisto 2 di Erika De Pieri su Il salotto del gatto libraio.

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RECENSIONE

Dal dizionario-imprevisto: Non previsto, che giunge quindi inaspettato o di sorpresa. Chiara spiegazione si ciò che accade al protagonista della storia. Io lo definirei CAMBIAMENTO.

Nasciamo e di fronte alle esperienze della vita modifichiamo i nostri comportamenti, adattiamo le nostre azioni e formiamo la nostra personalità. Tutto però ha un tempo che non sempre è lineare. 

 Durante l’infanzia le nuove avventure divertono e sono accompagnate da mani forti che sorreggono. In adolescenza siamo spaventati perché tutto cambia, tutto si modifica e prepariamo la mente e il corpo a una nuova vita. E in età adulta? Tutto potrebbe sembrare più facile, siamo noi gli artefici delle nostre decisioni… il protagonista della storia capirà che la vita può presentarsi con prove difficili ma spesso incorniciate da risvolti fatti d’amore. 

Un testo che aiuta i bambini a non aver paura di quello che verrà… perché la vita è cambiamento ad ogni età.

A volte ci piacerebbe guardare il mondo che passa dalla finestra ma alla lunga diventerebbe un panorama noioso.

 

 

I viaggi del barone di Münchhausen su Il salotto del gatto libraio

Viaggi del barone di Munchhausen

23 ottobre 2020

Viaggi terrestri, marini e lunari del barone di Münchhausen di Gianluca Caporaso e Sergio Olivotti su Il salotto del gatto libraio.

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RECENSIONE

Ogni volta che ho tirato in ballo il Barone di Münchhausen con i miei amici o con mio marito, sono sempre stata derisa perché tutti erano convinti che fosse un personaggio della mia fantasia e io lì incredula ogni volta a descrivere sia il film che il romanzo. Da piccola infatti non so perché ma avevo proprio una fissazione per questo personaggio tanto che mi feci regalare anche la videocassetta ma sono state veramente troppe le volte in cui ho visto questo film che alla fine, con mio sommo dispiacere il video registratore, strumento diventato ormai un reperto storico, ha deciso di bruciarmelo.

Ma chi è il Barone di Münchhausen? Il personaggio del Barone di Münchhausen nasce dalla fantasia di un ufficiale tedesco, Karl Friedrich Hieronymus von Münchhausen, conosciuto anche come il Barone di Münchhausen, che per intrattenere i suoi amici, si divertiva a rievocare le sue imprese in guerra e a trasformarle nelle più inverosimili avventure.

Seguendo quindi le avventure del Barone di Münchhausen sarà inevitabile trovarvi ovunque, anche sulla luna, a vivere avventure improbabili, pericolose ma anche molto fantasiose come prendere al volo una palla di cannone o di uscire da una palude in cui era caduto afferrandosi  e tirandosi semplicemente su dai capelli. Insomma di stramberie ne vedrete tante perché sono storie in cui il fantastico si mescola con l’esagerato e la realtà diventa quasi surreale, affascinante e divertente. Che personaggio il Barone di Münchhausen vero?!!

 

Grazie a Viaggi terrestri, marini e lunari del Barone di Münchhausen sono ritornata nuovamente quella bambina affascinata e meravigliata davanti a tanta simpatia. Questa della Lavieri editore infatti è una versione veramente unica dove le assurde gesta del Barone vengono narrate in rima e accompagnate da delle illustrazioni fantastiche.
La collaborazione tra Gianluca Caporaso e Sergio Olivotti infatti ha dato vita ad un piccolo capolavoro capace di rendere, attraverso l’immagine e le rime, la satira e l’ironia che contraddistinguono questo personaggio.

Dirò di un viaggiatore
e delle sue avventure,
bizzarro narratore
di luoghi e di creature.

Per mare, terra o in volo
vagò su ogni vettura,
in compagnia o da solo
scampando a ogni sciagura

 

 

 

Bibi e il lupo su il salotto del gatto libraio

Bibi e il Lupo copertina
15 luglio 2020

Bibi e il lupo di Eric Englebert illustrazioni di Claude K. Dubois (qui il libro) su il salotto del gatto libraio.

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Hola miei Piccoli lettori,
oggi Alessandro ci parlerà di un testo capace di aiutare non solo i bambini, ma anche i genitori, a capire l’importanza di accogliere tutte le nostre emozioni.
Un rito è sempre un rito. Ci fa sentire sicuri, scandisce le nostre giornate e ci accarezza dolcemente con un arrivederci al giorno nuovo.
E così che comincia questa storia: il rito della buona notte!
Mamma capretta chiude il libro, accosta la porta e…
Cosa potrà mai accadere di così spaventoso?
Perché la piccola capretta non riesce a dormire?
Questo è un testo che aiuta non solo i bambini ma anche i genitori a capire l’importanza di accogliere tutte le nostre emozioni. Paura, rabbia gioia fanno parte delle emozioni primarie e sono definite come stati transienti e quindi non duraturi. È importante  riuscire a capire cosa proviamo attraversando e decodificando le emozioni che sono in grado di provocare cambiamenti di tipo fisiologico e non solo.
Cosa succede ai bambini quando la porta della cameretta si chiude? Il loro pianto è frutto di quello che gli adulti definisco “capriccio”? Come possono sconfiggere la paura?
Dominare questo genere di emozione è difficile. Di fronte a una grande paura, ci si può sentire paralizzati, incapaci di reagire e in certi casi si finisce con il continuare a provarla anche dopo essere usciti da una situazione di pericolo. Il ricordo può scatenare un senso di ansia generalizzata. 
Sopprimere la paura non è quindi la soluzione giusta per affrontare le nostre giornate. Rimandare l’analisi di questo sentimento non corrisponde a una soluzione corretta per il nostro organismo.
Bibi, così si chiama la capretta protagonista della storia, scoprirà grazie al sostegno della mamma che non per forza quello che ci spaventa sia fonte incessabile di negatività.
Attraverso un tuffo nella paura si possono trovare “amici” speciali utili ad accompagnare il nostro percorso.
Attraverso la paura si scopre il coraggio.
E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.
(Paolo)

Il sogno dell’elefante su Milkbook

Il sogno dell'elefante
14  luglio 2020

Il sogno dell’elefante di Sarah Khoury (qui il libro)
su MILKBOOK

Qui la versione web

 

La storia delicata e impalpabile di un sogno nel sogno, di un desiderio di leggerezza e libertà, di ali che facciano volare e cambiare prospettiva.

Nel 2019 è uscito per Lavieri il nuovo lavoro scritto e illustrato da Sarah Khoury: “Il sogno dell’elefante”. Non si tratta questa volta di un inedito viaggio di Ciacio, la serie cui l’autrice si è principalmente dedicata tra il 2011 e il 2018 e che l’ha resa nota al grande pubblico.

L’orsiglio esploratore mette però il suo zampino anche in questo albo; chi ha letto le sue avventure può infatti facilmente riconoscere Ciacio e la sua padroncina nell’illustrazione del frontespizio, proprio all’inizio del libro: qui troviamo un disegno a matita blu che ritrae una bimba con il codino mentre riposa serena sotto alle coperte. Alla sua sinistra, sbuca dal lenzuolo il nasino di un coniglietto (o forse… di un orsiglio?!) che dorme accanto a lei, poggiando la testolina e le sue lunghe orecchie sul suo stesso cuscino.

Inizia proprio così la storia, dal sonno di questa bambina e dal suo sogno.

È lei stessa a raccontarcelo:

Una notte ho sognato un elefante.
Non era niente di speciale:
era grosso, goffo e pesante
[…].
Ma dentro… dentro
si sentiva diverso.
Aveva un sogno.

L’elefante sogna di sentirsi piccolo, leggero e agile

L’elefante sogna di trovarsi in un luogo molto più grande di lui, in cui potersi sentire “piccolo piccolo”; sogna un “vento fresco” capace di blandire anche la sua pelle coriacea; sogna di poter “ascoltare i grilli e cantare alla luna”, come farebbe un poeta, sotto ad un cielo trapunto di stelle.

È un sogno di tenerezza, di piccolezza e di poesia, un sogno che parla di ricerca di sensazioni nuove, fino ad allora precluse, e di libertà anche dai vincoli della propria stessa natura. Per far questo l’elefante:

aveva bisogno solo
di un paio d’ali.

Sarà proprio la bambina ad entrare nel sogno per aiutarlo a fabbricare due alucce, all’apparenza fragili e sproporzionate per difetto ma capaci di sollevare il pachiderma dal suolo e fargli spiccare il volo. L’elefante può sperimentare ora tutto quello che cercava. Soprattutto, ora ride e si sente felice.

Due ali per sentirsi felice e libero

L’elefante si trova alla stessa altezza degli uccelli che gli volano accanto e lo guardano curiosi; ma quando si alza da terra lui “ronza”, dice il testo, evocando qualcosa di ancor più piccolo e lieve delle rondini che lo attorniano.

Nei del libro in effetti l’elefante è rappresentato come un esserino davvero piccolo, sembra un insetto, e il suo stesso volare è raffigurato con le tipiche linee curve e tratteggiate che si usano per disegnare la traiettoria di api, mosche e insetti in generale. Nel risguardo finale gli elefantini-insetti sono diventati tre, in cordata uno dietro l’altro con il più grande in testa, quasi che la conquista del primo stia facendo da traino anche ad altri.

Un sogno nel sogno…

Il libro parla di un sogno, quello dell’elefante, dentro ad un altro sogno, quello della bambina, in un gioco di rimandi tra i pensieri, i desideri dell’uno e dell’altra. In questo gioco possono forse starci anche quelli dei lettori che in chiusura vengono a loro volta invitati a chiudere gli occhi e ad abbandonarsi al sogno.

Pur volendo stare in guardia da qualsivoglia forzatura interpretativa e psicologistica, che per altro mi sembra del tutto aliena dagli intenti dell’autrice, non si può fare a meno di chiedersi a chi, nella storia, appartengano in definitiva questi desideri di trasformazione, di libertà, di leggerezza e se non siano anche un po’ nostri e in fondo di tutti, prima o poi.

La tecnica illustrativa è la stessa che avevamo imparato a conoscere nei libri di Ciacio, strati sovrapposti e ripetuti di colore acrilico e matita colorata, forme morbide e tondeggianti. Qui i contorni di alcune figure appaiono sfumati, il che accentua la suggestione onirica dell’insieme. Sfondi rosati e privi di esplicita ambientazione si alternano a scenari scuri, notturni e ben collocati (la foresta, il cielo stellato…). Da quando l’elefante spicca il volo si assiste, tavola dopo tavola, ad un progressivo imbrunire: dai toni di intenso azzurro si passa via via ad un cielo che si rabbuia col calar della notte.

L’ultima tavola illustrata, una luminosissima luna piena sulla quale si staglia la silhouette di un elefante alato, è molto bella e cinematografica, rievoca in effetti un altro e più celebre volo, stampato nell’immaginario collettivo: quello di un bambino e di una strana creatura extraterrestre in sella ad una bicicletta.

Scena tratta da E.T. l’extra-terrestre, film di fantascienza del 1982 diretto da Steven Spielberg.

Questa illustrazione ben si presta al finale del libro e anche ad un finale di giornata: chiudiamo il libro e chiudiamo gli occhi. In quarta di copertina si parla in effetti de “Il sogno dell’elefante” come di un “libro della buonanotte”; pur prestandosi molto bene all’accompagnamento al sonno, a mio avviso l’albo supera di gran lunga questa classificazione.

Consigliato dai 3 anni.

Tecniche di basso livello su Puntocritico2

Tecniche di Basso livello
6 marzo 2020

Tecniche di basso livello di Gherardo Bortolotti  su Puntocritico2

Versione web

   Ho letto Tecniche di basso livello di Gherardo Bortolotti. ho scritto 5 impressioni utilizzando twitter. ho scelto 5 fotogrammi dal testo di Bortolotti. dal flusso. in 4 compaiono 4 persone. è un’esperienza. non è un esperimento. il quinto logogramma è diverso dagli altri 4. io è noi.

5 fotogrammi dal testo di Gherardo Bortolotti

156. Nonostante le poche presenze nella galleria dei suoi ricordi, bgmole aveva la certezza di un certo patrimonio in vita vissuta. Nelle frazioni di tempo allucinatorio che precedevano il sonno, mentre le immagini delle sue associazioni mentali si susseguivano, come gli effetti di un’ignota routine psichica, ogni tanto percepiva una porzione del contorno di questa o quell’altra forma generale del suo desiderio, del modo in cui avrebbe voluto che la sua vita fosse andata.

201. Trovandosi implicato in un apprendistato continuo, in una formazione permanente delle proprie opinioni, kinch vedeva infittirsi le possibili occasioni di fallimento. Seduto in salotto, guardando il telegiornale in attesa della cena, si chiedeva a che ridicola percentuale si riducesse la sua conoscenza del mondo.

53. hapax preferiva il tepore delle lenzuola, il fondo dei cassetti, gli scorci dietro i caloriferi. Durante i suoi viaggi attraverso l’appartamento, si riposava nei pressi di particolari d’arredo secondari, in pianure tranquille ai piedi dei battiscopa dove, dalla strada, si disegnavano losanghe di luce nella polvere.

196. Nel corso del suo passaggio terreno, eve frequentava persone con cui condivideva gusti nel vestiario, posizioni politiche, la percezione di aver sprecato la propria giovinezza. Nel corso di conversazioni serali, in bar affollati per l’aperitivo, le sfuggivano espressioni di vecchie mode linguistiche, legate a lontane stagioni di diverse amicizie, di altre preferenze musicali.

14. A novembre ci perdevamo nei quartieri periferici, dopo il lavoro, lungo i marciapiedi delle villette a schiera, seguendo i segni di qualche divinità del vespro. Negli scaffali dei supermercati, le dichiarazioni di un progresso tuttora in corso. Leggevamo on line le notizie con un senso di distacco maggiore del previsto.

5 impressioni

Bortolotti ha scritto un testo in cui la cronologia salta e la narrazione diventa architettura urbana. bgmole, eve, kinch e hapax mostrano il luogo come un transito da vuoto a vuoto. la profondità è tutta in superficie. il colore dei pensieri ha la forma di foglie ammonticchiate.

Tecniche di basso livello è la generazione che vive il divenire adulto in una generazione in cui l’adultità non ha lo stesso connotato che aveva la generazione precedente. i film. tele-previsione. le città del capitale. l’abito che non abito più slarga la percezione del presente.

soprattutto nei particolari di un passeggiata. negli angoli dei battiscopa. nelle periferie di uno sguardo che lascia l’occhio ma vi ritorna dopo una giornata di lavorìo sinestetico. nel silenzio colmo di attesa che prepara la giusta parola. sunyata: vuoto che nutre. soprattutto.

ikea e telegiornali. meditazione e aperitivi. mtv e l’immigrazione. colloquio con la persona. una società ideale senza classi. vestiti bene. come percepire gli errori e la distrazione. Bortolotti parla oltre il concetto di persona e frammenta le visioni personali in infinitesimi.

in mezzo alle cose appare la rete. matematica della sensazione. diversità di visioni da corpi che riempiono divani. uffici. letti. vestono firme. accudiscono suoni. accarezzano video di passati privati. di futuri non spendibili in sogni. è un dato di fatto. che il libro va letto.

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Intervista a Lavieri su Gufetto press

Più libri più liberi, Roma

 

Intervista a LAVIERI EDIZIONI @ Più libri più liberi:
la convergenza fra letteratura e illustrazione

Dentro la Nuvola abbiamo avuto modo di fare qualche domanda a Marcello Buonomo di Lavieri Edizioni, una casa editrice dal catalogo legato all’illustrazione di qualità nelle sue molteplici sfaccettature: fumetto, graphic novel, illustrati per tutte le età, con un occhio all’autorialità delle proposte.

111219111304Lavieri, presenza ormai fissa della fiera della piccola e media editoria, rappresenta una delle tante case editrici che, proponendo pochi nuovi titoli l’anno, lavora moltissimo sulla selezione di prodotti di qualità. Per dirla con una metafora dello stesso Marcello Buonomo: fanno come certe anatre che sembrano tranquille su un placido lago, mentre sotto la superficie dell’acqua ‘pedalano’ a gran ritmo.

In particolare, ci dicono allo stand, gran parte del lavoro è selezionare titoli che possano incontrare i gusti di un pubblico che va dai bambini ai loro genitori, a cui vengono forniti titoli che possano adattarsi, senza limiti d’età, a ognuno dei loro figli, o loro stessi.

Buongiorno Marcello. Partiamo da cosa è uscito di nuovo quest’anno per Lavieri.

Le novità sono rappresentate innanzitutto da TRAM! di Ilaria Cairoli e Alberto Casagrande, un illustrato ispirato ad una storica linea di tram di Milano oggi sospesa, che probabilmente verrà incontro alla nostalgia di chi quella linea la conosceva bene.
Daniela Pareschi, invece, ex scenografa per cinema e tv, è autrice di una riscrittura del Brutto Anatroccolo di Andersen, dalle immagini molto potenti, che abbiamo presentato a Torino.
Gianluca Caporaso e Sergio Olivotti tornano alle radici del mito del Barone di Munchhausene dei suoi viaggi ‘terrestri, marini e lunari’ con una versione in rima e immagini, mentre Laura Carusino, autrice per l’infanzia, oltre che noto volto de l’Albero Azzurro della Rai, insieme a Erika De Pieri, sono le autrici di Eglefino cha cha cha, vero e proprio racconto di formazione su un simpatico, strano personaggio che cerca il suo posto nel mondo delle fiabe. Ci riuscirà quando capirà quale sia il suo vero talento.

Infine, il ritorno di Massimiliano Frezzato con un vecchio progetto che avevamo nel cassetto, recuperato perché il suo prossimo titolo non uscirà in tempo per quest’anno: La Guida del Tamarro del Dott. Dubacqun manuale per essere i perfetti interpreti dello spirito dei nostri tempi. L’autore si chiede provocatoriamente: a che serva essere educati e per bene quando il vizio e la maleducazione sono diventati i veri valori? Pensare è inutile, siamo alla fine del mondo e tanto vale accelerarla! Ovviamente con l’ironia e le simpaticissime tavole di Frezzato.

Fra gli illustrati per bambini, un’altra uscita di quest’anno è Il sogno dell’elefantedi Sarah Khoury. Sarah è l’autrice della serie di successo del coniglietto Ciacio, da noi pubblicata. Il sogno dell’elefante è slegato dalla serie di Ciacio, anche se il coniglietto appare in un piccolo cammeo. È un racconto molto originale e interessante in cui una bambina ha un sogno nel quale c’è un elefante che sogna a sua volta, ed ha degli splendidi disegni.

Come abbiamo appena visto, il vostro catalogo si colloca a cavallo fra graphic novel e libro illustrato. C’è una ‘zona di separazione’? Dove inizia l’uno, dove finisce l’altro?

Non individuiamo una cesura fra questi generi e cerchiamo di non avere soluzione di continuità. Fin dall’ inizio della nostra attività abbiamo cercato di proporre insieme  letteratura, libri per bambini e fumetti, anche quando qualche osservatore la giudicava una cosa ‘folle’ o destinata al fallimento. In effetti, mantenere questa linea, nella quale abbiamo sempre creduto è stato inizialmente molto duro. Tuttavia, nel lungo termine, abbiamo dimostrato di avere visto giusto. Gli illustrati di alta qualità hanno contribuito molto a trainare il resto della nostra offerta e questa commistione di generi e tecniche è una tendenza ormai diffusa.

Massimiliano Frezzato, nostro autore di punta, è stato non a caso uno dei precursori di questo ‘crossover’ fra fumetto e illustrati per bambini.

111219112506Parlando proprio di autori, sicuramente nel vostro catalogo ci sono nomi già affermati e noti agli appassionati. Avete anche una vocazione da ‘talent scout’, cercando di scoprire o promuovere nuovi artisti nel campo della letteratura disegnata?

Se possiamo, sicuramente è un’attività che svolgiamo. Come già detto, abbiamo scelto di essere molto selettivi e di non eccedere un dato numero di nuovi titoli ogni anno, generalmente una quindicina, fra i quali favoriamo le opere degli autori già nel nostro catalogo. Se possiamo, però, cerchiamo di selezionare e pubblicare qualcosa fra il molto materiale che ci arriva da nuovi autori. Anche in questi casi, con un occhio al mercato e a quello che funziona delle nostre proposte, dobbiamo purtroppo scremare, talvolta fra tante cose che ci piacciono.

Grazie delle risposte e buon proseguimento di fiera!

Grazie a voi!

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